Slavoj Zizek
Slavoj Zizek
di Luca Majer

Erano i tempi peggiori, erano i tempi migliori.
Scritta sulla copertura del palco - serata di chiusura Olimpiadi Londra, 2012

Non c’è il fato nel vasto panorama di ineguaglianze che associamo con l’economia e la loro iniqua distribuzione di “buoni” e “cattivi”: solo un set di irreversibilità costruito nel tempo.
Bruno Latour, intervento presso l’Accademia Reale di Copenhagen, 2014

La maggioranza degli economisti oggi sottolinea come la speculazione del capitale della finanza globale sia avulsa dall’economia “sostanziale”. Quello che non osservano, invece, è che l’economia sostanziale in quanto tale è anch’essa guidata da un’illusione, e che tale è la natura dell’economia capitalista.
Kojin Karatani (sulla ‘realtà’ di un sistema in cui i risparmi di una vita possono svanire in una notte)

Tutti noi accettiamo il capitalismo liberale democratico, anche durante questo disastro pan-Europeo. Timidamente chiediamo: ‘Oh, potremmo avere un po’ più di diritti per le minoranze? Un po’ più sanità pubblica?’ Ma nessuno discute la cornice. E questo è il vero trionfo dell’ideologia.
SZ a The Guardian, 2011


“Il più pericoloso filosofo dell’Occidente” e anche “l’Elvis Presley della teoria culturale” è nato il primo giorno di primavera ‘49: uno sloveno, il “gigante di Ljubljani”. È noto per aver mischiato due autori ostici come Hegel e Lacan ed essere in uggia a molti per avere costruito una persona pubblica da filosofo sui generis che prende spunto anche dai meccanismi della celebrity. Ad esempio si sa che la sua casa ideale è composta solo da spazi secondari: bagni, corridoi, cucine, ripostigli: da cui la credenza della sua cucina a Lubiana, piena di mutande e calze. Ha poi il tic di strofinarsi il naso ogni due per tre, strappandosi a scatti la maglietta, con una blesità accentuata che gli fa sibilare le parole mentre parla, con T-shirt spiegazzate e un look minimal, ma occhi d’acciaio. Con un’ex-moglie modella argentina che di nome faceva Analia e poteva essere sua nipote e una moglie attuale (avvenente giornalista slovena) più giovane di trent’anni.
Noto anche per una cataclismatica tendenza ad accattivare (o scandalizzare) il pubblico con periodiche digressioni che di norma girano attorno ad alcuni nomi-totem del suo universo: la Santa Trinità (Hegel, Marx, Lacan), Kant, l’ideologia del capitalismo ‘post-moderno’ nella cultura di massa e nel terrorismo, Wagner, Stalin e ovviamente Hitchcock. Finendo con spolverate di barzellette. Sporche; ‘razziste’. (“Come si masturbano i Montenegrini, pigri di natura e nati in terra vocata ai sismi? Scavano un buco nel terreno, ci infilano il pisello e aspettano il prossimo terremoto.”) Ma nell’esercito della vecchia Jugoslavia, assicura, “queste barzellette aiutavano a creare spirito di corpo tra i soldati”: fu solo con l’inizio dei conflitti dei ‘90 che sparirono. […]

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